23 febbraio 2021

Salva grazie a un robot: a Torino rimosso un tumore a una paziente sveglia

Robot Da Vinci Robot Da Vinci

di Rosygen pubblicata il 23 Febbraio 2021

Per la prima volta al mondo, un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia. È successo all'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, grazie al sistema robotico da Vinci, chiamato così in onore di Leonardo, genio che non solo studiò l'anatomia umana in modo stupefacente per l'epoca, ma realizzò anche il primo robot della storia, l'automa cavaliere.

Il sistema chirurgico da Vinci è composto da quattro bracci robotici, tre dei quali servono a mantenere "bisturi, forbici, bovie o strumenti di elettrocauterizzazione. Il quarto braccio sostiene una telecamera con due lenti che consente al chirurgo una completa visione in stereoscopia dalla console. Il chirurgo rimane seduto presso un pannello di controllo e guarda attraverso due mirini un'immagine tridimensionale della procedura mentre manovra i bracci con due pedali e due controlli manuali".

Ad essere sottoposta all'intervento una donna di 62 anni, vittima di un calvario che sembrava senza fine: dopo aver sconfitto molti anni prima un brutto tumore grazie all'asportazione di un polmone, si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non poteva essere asportata. Il rischio operatorio era troppo alto a causa dei suoi problemi respiratori, gli anestesisti le prospettavano un rischio dell'80% di non risvegliarsi dall'intervento.

Presa dalla disperazione, la paziente si è rivolta all'ospedale Molinette di Torino. Nel frattempo, la massa renale era cresciuta superando i 5 cm ed era molto profonda. "Quando esaminai la documentazione, dissi subito alla paziente che il caso era oltremodo complesso poiché la chirurgia robotica, l'unica tecnologia che ci avrebbe permesso di asportare un tumore di quelle dimensioni in modo mini-invasivo salvando il rene, non era mai stata utilizzata in un paziente sveglio e pertanto non ero in grado di garantire la fattibilità dell'intervento", ha dichiarato il Professor Paolo Gontero (Direttore della Urologia universitaria dell'ospedale Molinette).

 

La scelta del sistema robotico da Vinci era obbligata poiché non ritenevo sicuro dal punto di vista oncologico adottare la tecnica laparoscopica pura per il rischio di "diffondere" il tumore, trattandosi di una "massa a contenuto liquido" in una paziente che rischiava di muoversi durante l'intervento. Per contro, la chirurgia "tradizionale" a cielo aperto esponeva ad un rischio troppo alto di complicanze".

Il problema cruciale dell'intervento era riuscire ad ottenere un livello di anestesia periferica ottimale, in modo che la donnanon solo non avvertisse dolore ma restasse sveglia e immobile durante tutto l'intervento. In caso contrario, i bracci di lavoro rigidi del sistema Da Vinci non avrebbero potuto operare in sicurezza. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi avrebbe implicato pertanto la necessità di ricorrere ad una anestesia generale dalla quale la paziente avrebbe potuto non più risvegliarsi.

Con una tecnica innovativa è stato praticato un "blocco anestetico spinale toracico continuo", rendendo così la paziente "insensibile" nella zona del rene. L'intervento chirurgico è stato condotto dal Professor Gontero mediante l'utilizzo di una tecnica retroperitoneoscopica con il robot da Vinci Xi e l'utilizzo di 4 bracci operativi.

La paziente, vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell'intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico. Nonostante le dimensioni (che superavano i 5 cm) e la crescita in profondità della massa, grazie alla combinazione della tecnica robotica assistita con il sistema da Vinci e di tecnologie innovative di ricostruzione tridimensionali delle immagini che hanno guidato l'intervento, il tumore maligno è stato asportato completamente salvando il rene.

"Grazie alla forza ed al coraggio di questa paziente ed alla collaborazione di un team di alta professionalità, abbiamo dimostrato per la prima volta al mondo la fattibilità dell'utilizzo della tecnologia robotica a paziente sveglio", ha concluso professor Paolo Gontero.